Svegliarsi a Parigi, in Allée des Veuves

Parte 2

Mentre leggi, prova a mettere QUESTA CANZONE di sottofondo

La me di 8 anni, che sognava di rinascere dama dell’Ottocento, non mi avrebbe mai perdonato il fatto che stavo incontrando una principessa indossando pantaloni della Decathlon, felpona e scarpe da ginnastica bucherellate.

“Principessa Diana…” Accenno un inchino e cerco di sembrare il meno goffa possibile.

“Lascia perdere i salamelecchi. Ora che sono morta tutti parleranno a mio nome, interpretandomi e stravolgendomi. Ho sempre apprezzato la facoltà di esprimere il mio pensiero senza che fosse mediato, quindi puoi farmi qualsiasi domanda nel poco tempo che mi resta, ti risponderò sinceramente”.

Avresti voluto stare per sempre con Dodi? Che rapporto hai con la Regina? E della situazione internazionale che ne dici? Domande che mi vengono in mente troppo tardi. Sul momento penso solo a una cosa che non ho mai ben capito: “Perché vi considerano un’icona, Vostra Altezza?”

Pont de l'Alma Diana
Adesivo lasciato dai fan di Diana nel luogo in sua memoria, davanti alla fiamma sopra al Tunnel de l’Alma, insieme a migliaia di lucchetti, di fiori e di foto.

“Sinceramente non lo so. Posso dirti solo cosa pensavo mentre mi preparavo per ogni evento, pubblico o privato: non è importante cosa fai, ma come lo fai. Trova un tuo stile, una tua impronta, e tutto sarà a tua immagine, tutto sarà permeato dal tuo odore, che indossi un dolce Dior o l’acre profumo del sapone di Marsiglia. Tu stai cercando delle risposte in una strada, vero?”

“In un Avenue, per la precisione”

“Bene: ricorda che, nella mia lingua, la parola per dire strada è la stessa per dire modo”.

Così com’è apparsa la Principessa, appare il suo Principe. Si incamminano verso il sottopassaggio per sorvegliare i loro corpi, ormai sull’ambulanza. Volano via con essa. La puzza di smog svanisce con le vetture del Pronto soccorso, che cercano, inutilmente, di salvare il respiro di una donna che non sarà mai dimenticata.

Di solito mi commuovo facilmente, ma la fiera dichiarazione di indipendenza intellettuale della Principessa mi suggerisce di non indugiare nella contemplazione del passato. Ho un cammino che mi aspetta. L’odore del traffico è scomparso. Anzi, mi faccio sorprendere da un sentore di erba e polvere. Un attimo… Erba? In un incrocio di Parigi?

Allée des Veuves Parigi
Allée des Veuves, ora Avenue Montaigne, verso la rotonda degli Champs-Élysées, nel XVIII secolo. Disegno a penna e matita con inchiostro marrone, dalla collezione Hippolyte Destailleur.
Fonte: Wikimedia Commons, dalla Bibliothèque National de France

 

Mi giro: la strada sempre congestionata di auto non c’è più. Raggiungere Avenue Montaigne, di solito, è un lento calvario: ogni attraversamento pedonale è una stazione, dove preghi per non essere investito. Ora tutto è scomparso, c’è solo una lunga mulattiera, che dal tracciato sembra proprio Avenue Montaigne, ma nessuna scritta lo conferma. Un crocchio di donne aspetta all’angolo.

“Chiedo scusa, Mesdames, dove siamo?”

Mademoiselle, questa strada ha cambiato molti nomi. Cent’anni fa saremmo state in Allée de gourdes, cinquanta in Allée des Soupirs e vent’anni fa è diventata Avenue verte. Ora la chiamano con un nome in nostro onore…” Si lanciano uno sguardo d’intesa. “Siete sicura di volerla percorrere da sola? Da quando il Marchese di Marigny ha voluto piantare tutti questi olmi è decisamente scura e pericolosa”.

“In che anno mi trovo?”

“Anno del Signore 1770, Mademoiselle.”

Chi sono queste donne? Avevo letto da qualche parte che Avenue Montaigne in quel periodo (o in questo periodo?) era chiamato Allée des Veuves: si verificavano molti omicidi che lasciavano uno strascico di vedove, veuves in francese. C’è anche una teoria più maliziosa: queste donne senza marito pare venissero qui a cercare compagnia la notte…

Potrei sciogliere il dubbio, ma il pudore e l’inquietudine del dover imboccare quella strada da sola (e nel 1700!) mi rendono frettolosa. Così, “i misteri rimangono dolci misteri”. Ringrazio per l’indicazione e proseguo ostentando un coraggio che non ho. Attraversare una via di Parigi etichettata come “pericolosa”, cosa che il mio poco fegato mi fa fare raramente, mi porta a guardare verso l’alto, sfoggiando fierezza per dissimulare la paura.

Il cielo si apre e la luce invade tutto l’Avenue. Se non sbaglio, quelli che vedo lì in fondo sono gli Champs Elisées. Sono di nuovo nel presente, e posso finalmente riprendere il mio viaggio in Avenue Montaigne. O almeno lo spero.

Avenue Montaigne Parigi
Avenue Montaigne Credits: Guillaume Baviere (Wikimedia Commons)

 

[Rendez-vous lunedì prossimo per la Parte 3]